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Immagine del redattorePadre Luca Ceccarelli

Meditazione sul Vangelo del Nostro Cancelliere Padre Luca



Amiche e amici, buon martedì!


“In quel tempo, diceva Gesù: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? È simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettò nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi rami».

E disse ancora: «A che cosa posso paragonare il regno di Dio? È simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».” Lc 13,18-21


Gesù paragona il regno di Dio, a un granello di senape e al lievito. Il Regno di Dio, è già in atto nella nostra storia, nel nostro oggi e lo sarà fino alla fine dei tempi, quando ritorneremo pienamente nell'Amore.

Il granello di senape è il più piccolo di tutti i semi, quanto una punta rotonda di uni spillo ma piantato, indubbiamente poi avendone cura, diventa l'albero più grande raggiungendo anche i tre metri di altezza.

Il lievito e qui possono comprendere benissimo tutte le persone che cucinano, che anche se usato in dosi piccole scompare nella farina riesce a fermentare, a far lievitare l'intera massa, tanto da render l'impasto, dopo ore, non più una massa dura ma soffice e abbondante.

Questi due esempi ci portano a riflettere su temi importanti: la piccolezza; la pazienza, l'attesa fatta di cammino, di evoluzione.

Paragonare il regno di Dio al granellino di senape e al lievito non sta a significare che è piccolo come dimensione ma è un monito per ciascun cristiano e cristiana, ad essere come il seme e il lievito sin su questa vita, per poi ricevere la vera ricompensa al termine del nostro cammino terreno.

Allora ecco la piccolezza come ci ricorda l'evangelista Matteo al capitolo 18 versetto 4: “Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli.”, come ci ricordano i grandi uomini e donne innamorati/e di Dio, Padre e Madre, che hanno segnato la storia dell'umanità, come San Francesco d'Assisi che in ogni cosa della sua vita quotidiana cercava non le grandezze ma le cose piccole per scorgere il grande amore del Signore che cantò nel Cantico delle Creature, come Santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux) che nella “Storia di un'anima, Manoscritto C” scrisse: “L'ascensore che deve innalzarmi al cielo, sono le vostre braccia, oh Gesù! Per raggiungere un tale scopo non ho bisogno di divenire grande, al contrario, occorre che io resti piccola e che lo divenga ancora di più.” e così cominciò la “piccola via”.

Siamo chiamati a non cercare i miracoli, a non compiere opere grandi, a non essere “protagonisti”... ma siamo chiamati nella semplicità, nella nostra piccolezza, nella nostra umanità a tuffarci tra le braccia di Dio, Padre e Madre, come davvero dei bambini affinché Lui possa accompagnarci, insegnarci...

Ed allora ecco l'altro atteggiamento che siamo chiamati ad avere: la pazienza, l'attesa... non il tutto e subito. Questo è il cammino di ogni persona che è chiamato a crescere nella fede e nell'amore verso Dio e i fratelli e le sorelle che si incontrano, un cammino fatto di piccole cose, ricolmo di piccole azioni, di innumerevoli emozioni e stupori...

Avendo in mano amiche e amici questi due “strumenti”, essendo anche noi quel seme e quel lievito, la nostra fede crescerà, la nostra fede feconderà... ed allora saremo davvero autentici e ceri testimoni in una società che esclude a priori questi atteggiamenti e concretizzeremo, rendendolo visibile sin da oggi, il nostro oggi, quel regno di Dio straordinario.



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