

Dove ognuno è QUALCUNO da amare.
DIOCESI D'ITALIA DELLA ANGLICAN FREE COMMUNION INTERNATIONAL
Membro del CONSIGLIO MONDIALE DELLE CHIESE CRISTIANE
11 - (08/11/2023) - Requisiti del profilo morale e culturale dei candidati\e agli Ordini Sacri e del clero incardinato nella Inclusive Anglican Episcopal Church.
Volendo servire il popolo di Dio con amore, competenza e zelo, si rende noto che, tra i criteri ESSENZIALI della elezione\incardinazione di un sacro ministro\a nella IAEC, così come nell’accoglienza di un candidato\a ai ministeri ordinati, conformemente a quanto dettato dalle Sacre Scritture, allo Statuto e alle norme del Canon Law, figurano – come requisiti indispensabili:
a. una cultura universitaria di base (requisito minimo: Laurea Triennale) alla quale – nel caso fosse assente – dovrà seguire una formazione teologica adeguata da svolgere in itinere, così come deliberato dalla II Assemblea Sinodale della Inclusive Anglican Episcopal Church. Seppur non è alla pari dei requisiti morali, in un mondo lacunoso di figure autorevoli, ci fa specie che un ministro operi la deturpazione della nostra bella lingua in un universo in cui ben comunicare è fondamentale per offrire in modo corretto la propria testimonianza (e gli strafalcioni nella coniugazione dei verbi, incapacità nell'uso della punteggiatura, lessico banale e inappropriato, ecc...non depongono a favore). Inoltre, il Vescovo suffraganeo e la Vescova Primate, che si occupano della formazione psicologica e spirituale, valutano e supervisionano ogni singolo passo cosicchè l’ammissione agli ordini minori risulti graduale e ponderato.
b. L’ASSENZA TOTALE di CONDANNE penali o di procedimenti in corso o in divenire a carico del candidato o procedimenti riferibili allo stesso\a*. Al fine di verificare tutto ciò è richiesta la presentazione alla Cancelleria del certificato del casellario giudiziale (art. 24 T.U.) e dei carichi pendenti. In questa menzione è da intendersi anche l’aver subito SANZIONI amministrative o affini, soprattutto a causa di atti forieri di danno e disagio per le categorie più fragili nella nostra società (a mero titolo di esempio, si dà il caso dello sfruttamento dei lavoratori non risarciti per la loro prestazione oppure sanzioni dovute all’atto di occupare spazi riservati ai disabili o ancora sanzioni dovute a “frodi” o aggiustamenti fiscali, ecc).
*[* sono da intendersi quei procedimenti in cui l'indagato\a si serve di espedienti burocratici per deviare la ricerca della verità. A titolo generale ed esemplificativo: depositi di incassi illeciti nei cosiddetti "paradisi fiscali" o utilizzo di - più o meno ignari - prestanome (magari congiunti 90enni...) per proprietà o attività potenzialmente problematiche, ecc. Forse espedienti legali ma, a nostro avviso, immorali e, dunque, precludenti ogni possibilità ministeriale].
c. Ulteriore requisito, è che ministri\e, candidati\e svolgano un’attività professionale\lavorativa che consenta loro di mantenersi o si trovino, comunque, in una posizione di indipendenza economica, poiché nella nostra Chiesa ogni ministero è concepito come servizio gratuito e volontario per il Regno di Dio, a favore degli ultimi.
Si specifica altresì che, al fine di garantire la totale limpidezza morale del ministro\a, l’attività lavorativa\professionale è da intendersi come un’opera – non solo svolta nella piena legalità – ma anche compatibile coi principi evangelici (a mero titolo esemplificativo: non è consentito svolgere attività, pur formalmente legali, che favoriscano lo sfruttamento di altri esseri umani, né la mercificazione dei loro corpi a livello sessuale o in altri modi, né attività diseducative che incoraggino o favoriscano, direttamente o meno, comportamenti lesivi del bene comune).
d. La buona reputazione e una fama dignitosa presso la comunità di origine del candidato\a e del ministro\a così come della comunità in cui i candidati vivono ed operano.
Infine, si precisa che NON è consentito utilizzare lo status giuridico, la denominazione della nostra Chiesa, né delle singole Comunità (nel caso fossero catalogate come enti o associazioni) per svolgere attività di lucro, anche se celate dietro la finta etichetta della carità e della solidarietà sociale. NON si può utilizzare la forma di registrazione legale della nostra Chiesa (né, eventualmente, delle singole comunità) per fare business. La carità è gratuita, non produce guadagni e di essa occorre avere una visione alta. Se produce incassi, spesso a danno degli enti pubblici, seppur formalmente legale, non può essere annoverata tra le attività di volontariato della Inclusive Anglican Episcopal Church. E’ lecito e legale che vi siano associazioni o cooperative che svolgono attività di solidarietà sociale e ne traggano legalmente guadagno ma alla Chiesa non è consentito utilizzare e strumentalizzare il suo status giuridico per svolgere, a fini di lucro, tali attività.
Si conclude la presente nota, ricordando che – dopo tale comunicato – incorre nelle relative sanzioni che diffonde notizie mendaci sui seminaristi\e o sui ministri\e della IAEC. In particolare, può incorrere nei reati penali di calunnia e diffamazione e, a tal fine, si comunica che la IAEC intenderà tutelarsi nelle sedi adeguate. Oltre al dato formale, si aggiunge che calunnie, diffamazioni e pettegolezzi sono comportamenti non conformi al Vangelo ed è triste quando a metterli in atto sono cristiani, ancor peggio se ministri\e ed ancor più incomprensibile se persone (finanche ministri) che negli “incidenti” giudiziari e in alcuni comportamenti immorali citati in questa nota, sono incorsi più volte o, addirittura, ancora invischiati.
Il Cancelliere e Vescovo suffraganeo della IAEC
+ Luca Ceccarelli
La Vescova Primate
++ Maria Vittoria Longhitano
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